Pregare per la Pace


Uomini e Donne di buona volontà, 
che credete nel potere della preghiera e nella sua universalità e che sognate 
in un mondo piú  pacifico e piú  giusto, 



A voi che cercate la pace in questo mese di ottobre 2018
Intenzione di preghiera : la nonviolenza come stile di una politica di pace

Il 10 ottobre 2015 fratello Ireneo rendeva il suo ultimo soffio a Dio. Da tre anni un piccolo gruppo continua l´iniziativa  che lui aveva preso di redigere ogni mese una lettera proponendo un´intenzione di preghiera per la pace.  I temi non mancano...perchè la pace è fragile nel nostro mondo attuale.
Ogni 2 Ottobre è “giornata internazionale della nonviolenza” perchè è il compleanno di Mahatama Gandhi, pioniere ella filosofia della nonviolenza. E´questo il tema che proponiamo di riprendere essendo di grande attualità. Nel suo messaggio per il 1° gennaio 2017, all´occasione del 50° anniversario della giornata mondiale della pace, Papa Francesco chiese “a Dio di aiutarci ad attingere la non violenza nelle profondità dei nostri sentimenti e dei nostri valori personali”. E aggiunse : “Impegnamoci, con la preghiera e l´azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti, la violenza e a costruire comunità nonviolente che si prendono cura del mondo, la casa comune. Nulla è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possiamo essere artefici di pace.
La diffusione di questa cultura della nonviolenza deve cominciare nelle famiglie “tra i muri di casa per poi diffondersi nell´intera famiglia umana”.
Da anni la nonviolenza come stile di vita e di relazioni fra persone è una costante preoccupazione della Santa Sede, costantemente affermata dalla voce del Papa ed anche dai frequenti discorsi del suo rappresentante presso le Nazioni Unite che “la violenza è una profanazione del nomedi Dio, il nome di Dio non puó mai giustificare la violenza, solo la pace è santa”. Nell´aprile del 2016, in un congresso tenutosi a Roma sul tema “Nonviolenza e pace giusta”, Francesco dichiaró : “Nel nostro mondo complesso e violento, è una impresa davvero formidabile lavorare per la pace vivendo la pratica della nonviolenza”. Piú recentemente, il 27 settembre 2018, Mons. Gallagher segretario per le relazioni con gli Stati, ha ribadito nella 73° sessione dell´Assemblea Generale delle Nazioni Unite che “la pace non sarà mai raggiunta con la violenza” ed ha lanciato un appello a tutte le buone volontà per “un dialogo onesto, basato sulla buona fede e aperto al perdono e alla riconciliazione perchè è l´unico modo per raggiungere la necessaria stabilità a livello sociale, economico e politico.
Facciamo nostra la preghiera di San Francesco d´Assisi
Signore, fa di me uno strumento della tua pace. Dov´è odio, fa ch´io porti l´Amore. Dov´è offesa, ch´io porti il Perdono. Dov´è discordia, ch´io porti l´Unione. Dov´è errore, ch´io porti la Verità. Dov´ è il dubbio, ch´io porti la Fede. Dov´è la disperazione, ch´io porti la Speranza. Dove sono le tenebre, ch´io porti la Luce. Dov´è trsitezza, ch´io porti la Gioia.                                                                                      
A voi tutti che cercate la pace in questo mese di dicembre 2017
Intenzione di preghiera: il ruolo delle donne nel mantenimento della pace


Nell´ultima assemblea generale delle Nazioni Unite, Monsignor Auza, rappresentante permanente della Santa Sede, ha fatto diverse dichiarazioni sui mezzi da attuare perchè avvenga la pace. In particolare ha sottolineato « l´importanza della piena partecipazione delle donne come agenti attivi della pace e la sicurezza » e ha riconociuto « il lodevole contributo delle donne alle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in varie parti del mondo». In questo mese in cui la figura della Vergine Maria  è piú presente fino a Natale, è bello riconoscere il ruolo che le donne possono svolgere nella prevenzione della guerra attraverso la mediazione e la diplomazia preventiva, ma anche in situazioni di dopo-guerra partecipando pienamente al lavoro di riconciliazione , di riabilitazione e ricostruzione della società per prevenire le ricadute.   

Il rappresentante della Santa Sede ha spronato la comunità internazionale a trovare nuove vie per mettere in pratica le varie risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che visano a coinvolgere  le donne nelle mediazioni per le operazioni di sicurezza.Come l´ha ricordato con insistenza Papa Francesco nel corso dell´udienza generale del 25 gennaio 2017, « è spesso una donna piena di fede e coraggio che dà forza al suo popolo e lo conduce sulle vie della speranza. Tante donne testimoniano della resilienza dello spirito umano di fronte all´esclusione sistemica, e questo è particolarmente vero in tempi di violenza e conflitto, quando la resistenza e la misericordia sono piú  che mai necessarie ».

Uno studio canadese ha rilevato quanto segue  :
·         Quando la percentuale di donne in Parlmento aumenta del 5%, uno Stato ha cinque volte meno probabilità di ricorrere alla violenza di fronte a una crisi internazionale.
·         un accordo di pace ha  35 volte piú  probabilità di durare almeno 15 anni  se delle donne partecipano alla sua elaborazione. Allo stesso modo, quando il 35 % dei parlamentari sono donne, il rischio di ripresa del conflitto è vicino allo zero

Oggi come ieri, l´annuncio del Regno di Dio è affidato a tutti ma le donne ne hanno un ruolo privilegiato. I Vangeli ce le mostrano presenti e attive intorno a Gesú e  numerose  sono quelle che sostengono Gesú e i dodici apostoli con le loro risorse.      

Preghiamo Maria , Madre di Gesú, il Principe della Pace, affinchè attraverso la sua intercessione, il Signore faccia riconoscere l´importanza del ruolo delle donne in tutti i processi di pace che si attuano nel mondo. Preghiamo anche perchè il loro impegno per la pace non le  trasformi in bersagli di violenza... Pace agli uomini da Dio amati….   




A voi tutti che cercate la pace in questo mese di Maggio 2017
Intenzione di preghiera : denunciare l´ipocrisia del commercio delle armi

L´ultimo  trattato internazionale sul commercio delle armi è entrato in vigore nel dicembre 2014. Questo  prevede che le transazioni di vendite di armamento siano meglio controllate per evitare dirottamenti. Stipula inoltre che i paesi fornitori devono vigilare per garantire che l´impiego delle armi vendute non è contrario ai diritti umani. Essendone le principali vittime, i paesi del Sud sono molto esigenti in ciò che riguarda una piú rigorosa supervisione del commercio di armi.
Quali sforzi consentono le potenze occidentali che, per alcune, è il caso della Francia, si sono vantate di aver attuato con forza per l´adozione del trattato ?  In un rapporto reso pubblico nel dicembre 2015, eminenti giuristi incaricati da Amnesty Internacional hanno evidenziato che i governi britannici e francesi violavano gli articoli del trattato vendendo delle armi all´Arabia Saudita, alcune armi essendo suscettibili di essere  in seguito utilizzate nel Yemen dove la guerra saudita continua a fare devastazioni umanitarie.
La Cina e altri Stati non firmatari del trattato esigono flessibilità rimproverando agli occidentali di erigersi in maestri di morale dopo essesi arricchiti nel commercio delle armi.
La messa in gioco di tale rogolazione è notevole poichè le armi dirottate finiscono regolarmente nelle mani di bande armate e di organizzazioni terroriste. In un recente rapporto del giugno 2016 Amnesty Internacional ha stabilito che lo Stato Islamico ha costituito l´essenziale del suo arsenale approffittando della “proliferazione incontrollata di armi in Iraq e dei controlli poco rigorosi delle trasferenze di armi con destinazione in Siria e in Iraq”. Daech possiede una parte notevole del suo armamento proveniente da vari paesi occidentali.
Tutti gli Stati diovrebbero porocedere a una valutazione molto piú approfondita dei rischi costituzionali quando progettano di esportare delle armi per evitare che cadano in mani sbagliate, soprattutto nel regolamento delle attività di intermediazione poiuchè l´85 % delle deviazioni iniziano con un contratto di mediazione. Gli interessi commerciali e sociali in materia d´impiego degli Stati che producono delle armi giocano un ruolo importante nella vendita , dal che (donde) le reticenze a mettere in atto le misure di una regolamentazione efficace.
Preghiamo  : Signore, ti preghiamo, invia il tuo Spirito Santo sui governanti dei paesi che vendono delle armi perchè siano vigilant affinché non siano derottate e che gli innocenti non siano le vittime di questo mortifero commercio. Ameni

A voi tutti che cercate la Pace in questo mese di Aprile 2017      
  Intenzione di preghiera : i Media, attori di pace o vettori di guerra ?

Il potere dei media è  sicuramente diventato un “quarto potere” in questi ultimi anni. Questo “potere” non esculde di sollevare molte interrogazioni di cui si sono fatti recentemente l´eco vari interventisti. Recentemente la Chiesa in Francia non e stata risparmiata da una emissione  di televisione  a proposito della pedofilia : Dov´è la verità ?
Il giorno di Pasqua, la terra intera ascolterà di nuovo la sola buona notizia da annunciare al mondo : Cristo è risorto, è veramente risorto ! Se questa buona notizia potesse essere annunciata in tornelli  dai media, senza nessun limite ne restrizione da un estremità all´altra del mondo, in tutte le lingue e tutte le culture !
Ogni cittadino ha il diritto di essere informato e il dovere morale di informarsi. Il fine dell´informazione è di riportare i fatti mediante la descrizione, e dare senso all´avvenimento spiegandolo prevenendo delle possibili conseguenze immediate o future. Il modo di presentare puó condurre alla pace o alimentare la confusione. Una delle consequenze della mal informazione è sicuramente il disorientamento delle coscienze e dei comportamenti.
Possiamo parlare di neutralità dei media ? In tempi di guerra o semplicemente di conflitto di qualsiasi natura, l´informazione si rivela come una potente arma sia per la pace o la guerra. Sono molti gli esempi recenti in cui l´annuncio, per esempio, di un massacro puó immediatamente servire  come pretesto alla vendetta ed ai sui effertti devastanti.
L´informazione perde il suo senso e risulta manipolata   quando i politici per convincere il loro elettorato e i media per ghestire la loro udienza, sono stati condotti progressivamente e insidiosamente a marginalizzare o ignorare i vettori di circolazione dell´informazione. Qui i giornalisti sono degli effettivi mediatori e dispongono quasi automaticamente di un vero potere affinchè il conflitto sia aggravato o al contrario risolto.
Pertanto non si tratta di portare  solo uno sguardo negativo. Sono numerosi i media che chercano attraverso  vari strumenti, tali la musica, il teatro, le vignette e i magazins, a influere sul comportamento e le percezioni invitando a priviligiare le risoluzioni pacifiche dei conflitti. La ricerca della pace s´inscive su lungo termine , si nutre di pazienza  e talora di discrezionbe al contrario, le reti sociali obbediscono all´immediatezza e allo scoop con tutte le semplificazioni abusive che ne derivano. La necessario selezione delle informazioni ci fa accedere a solo una parte della realtà, privando coloro che la ricevono degli elementi necessari a formare il loro giudizio e la loro coscienza prima di agire. La posta in gioco è grave.     



A voi che cercate la Pace in questo mese di febbraio
                   2017                              

 Intenzione di preghiera : No ai muri della vergogna


Muro  della vergogna è un´espressione usata per la prima volta dai media e politici occidentali per designare il muro di Berlino che divideva la città durante la Guerra fredda.
L´espressione è stata poi utilizzata in altri contesti per riferirsi a qualsiasi muro o barriera di separazione per far vergognare i suoi iniziatori o una comunità piú ampia che sostiene la separazione o rimane passiva davanti alla situazione. Sono spesso le circostanze della costruzione o gli obiettivi ricercati che giustificherebbero , per quelle stesse persone, l´idea di un disonore provocato da tale costruzione.
In senso figurato, l´espressione potrebbe anche essere utilizzata  per indicare una segregazione sociale, come l´apartheid in Sud Africa.
Ci sono attualmente circa 21 000 chilometri di muri della vergogna in tutto il mondo tra i quali i piú noti sono : Israele-Palestina, Algeria-Marocco, anti-migranti in Ungheria, la linea verde a Cipro, la zona militarizzata che separa la Corea Nord e Corea Sud,la frontiera  tra Melilla e Ceuta in Spagna, quella tra India e Bangladesh, ecc. La costruzione di un vero e proprio muro tra il Messico e gli Stati Uniti sono all´ordine del giorno dopo l´arrivo alla Casa Bianca del nuovo Presidente americano.
Non ci sono mai stati tanti muri in tutto il mondo !
Ne è stata identificata una decina nel 1989 dopo la caduta del muro di Berlino, oggi superano la cinquantina. I conflitti politici non risolti, le guerre, le ritirate etniche, l´ascesa del jihadismo conducono sul  nostro pianeta  a tali soluzioni. La mondializzazione  non è riuscita a sfociare in un mondo senza confini.
Sul continente europeo stesso , San Giovanni Paolo ll consegnava questa riflessione : “Non possiamo dire che dopo la caduta del muro, il visibile si  è ancora piú rivelato, altro muro invisibile che continua a dividere il nostro continente, un muro invisibile che attraversa i cuori umani ? E´costruito di paura e di agressione di mancanza di comprensione pergli uomini di un´altra origine (...) un muro fatto di egoismo politico e economico e di indebolita sensibilità per  il valore della vita umana e la dignità di ogni uomo (...) l´ombra di questo muro si proietta su tutta l´Europa (...) la misura di una civiltà, , misura universale, senza tempo, abbracciando  tutte le culture e il suo atteggiamento con la vita.” I muri di separazione, che certi protagonisti hanno il coraggio di chiamare “muri della pace”, ma che sono obiettivamente “muri della vergogna”, sono i tristi vestigi di alcuni riflessi primitivi. Questi muri rubano vite, confiscano famiglie, violano terre, imprigionano, torturano e condannano popoli. Non è forse giunto il momento di aprire finalmente i dibattiti su questa triste  realtà eretta in nome di alcune teorie che promuovono la riconciliazione mediante la separazione dimenticando che la pace si puó fare solo  insieme ?
Preghiamo :

Signore, sappiamo che la costruzione di un muro è un atto ingiusto egoista e commesso contro chi è indigente da parte di colui  che vive nell´abbondanza e rifiuta la condivisione. Se i tuoi Santi Apostoli si fossero confrontati  con  dei muri non avrebbero potuto diffondere la tua parola. Per Gesú che venne tra noi per distruggere tutti i muri di separazione tra i popoli noi ti preghiamo aiutaci  a lavorare per stabilire il tuo regno di amore sulla nostra terra.  

A voi tutti che cercate la pace in questo mese di ottobre 2016
Intenzione : la sicurezza umana, fattore di pace

Si intende per sicurezza umana un complesso di minacce correlate tra loro  contro la sicurezza, sia degli individui come pure delle comunità. Le disuguaglianze tra comunità culturali ben definite, quelle delle comunità etniche  religiose, razziali, fondate sulle caste, sono una reale preoccupazione per noi cristiani. Sono  molti i rischi di vedere nascere una guerra o di veder fallire uno Stato  affrontato a una discriminazione etnica, religiosa o di casta.       
E´capitale identificare ció che porta le comunità a ricorrere alla violenza piuttosto che al protesto pacifico. Tra i motivi, la paura è il fattore piú importante. La paura viene dalle disuguaglianze sociali e dalla lotta per il potere politico o per il dominio delle risorse naturali e dei territori, paura del futuro, paura di non poter proteggere la propria famiglia, i propri beni, la propria salute, la propria vita, paura di non non essere in grado di crescere, paura di avere un accesso limitato alle risorse di base : acqua, alimentazione, alloggio, cure, educazione.
Dal momento in cui le persone non hanno nulla da perdere, l´uso della violenza diventa “la” soluzione. L´offerta decrescente delle risorse ambientali fisicamente controllabili come l´acqua potabile e i terreni agricoli può causare conflitti tra Stati dovuti alla scarsità, conflitti che degenerano in guerre per queste risorse. Quando dei territori sono ambiti per le loro risorse, elemento vitale per la loro esistenza, le popolazioni indigene vengono espropriate, sfollate, e esiste il rischio che póssano scomparire. Questi movimenti di popolazione creano conflitti di gruppi e scontri etnici. I disordini civili e le rivolte sono spesso il risultato di gravi scarsità ambientali perchè aumentano la povertà economica. Si prevede che il degrado e l´inaridimento delle terre agricole, delle foreste e dei mari contribuiranno piú ai disordini sociali nei futiri decenni che i cambiamenti climatici. La sicurezza umana è la chiave per lo sviluppo umano, ma anche l´unica  che puo´garantire una pace duratura tra i popoli e all´interno delle popolazioni.   

Preghiamo : Signore, tu hai creato il mondo come un grande giardino e ci hai dato una terra da rispettare e dei fratelli da amareNon permettere che la brama dei beni materiali provochi il degrado e l´inaridimento delle risorse da condividere. |Noi ti preghiamo perchè ci sia una giusta condivisione delle ricchezze e che ogni essere umano possa vivere in un clima di pace, di fraternità, e di sicurezza. Per Gesú nostro Signore. Amen  . 

A voi tutti che cercate la pace in questo mese

di Aprile 2016

Le persecuzioni antireligiose

nel mondo d´oggi



Molti paesi ignorano la Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo del 1948. « Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero di coscienza e di religione... » Non si puó neppure dimenticare che la « Dichiarazione sulla Libertà religiosa » del Concilio Vaticano II votata il 7 dicembre del 1965 è uno dei testi piú innovatori su questo soggetto. Nel suo nº 2, la dichiarazione afferma : “Il Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha diritto alla libertà religiosa. (…) Il diritto alla libertà religiosa si fonda sulla stessa dignità della persona umana quale l´hanno fatta conoscere la parola di Dio revelata e la stessa ragione”.

Si distinguono le persecuzioni di tipo politico-ideologico e quelle di tipo-religioso.. L'intolleranza religiosa fa ogni anno decine di migliaia di vittime, tutte le confessioni riunite, attraverso il mondo, e queste sono in crescita dal 2010.Le persecuzioni religiose hanno causato tra il 2013 e il 2015 i piú importanti movimenti di popolazioni. Le principali vittime di questi movimenti sono i cristiani, la cui religione è vista come la religione dell´Occidente. Inoltre, la Chiesa incomoda con la sua antropologia fondata sulla dignità inalienabile di ogni persona che differe radicalmente da altre culture come in India la cui cultura è basata sulle caste.

Secondo l'AED (Aiuto alla Chiesa che soffre) l'Asia è il continente piú colpito dalle persecuzioni religiose. La Cina conduce la guerra contro il buddismo tibetano, i separatisti musulmani e le chiese clandestine protestanti e cattoliche. In Iran la religione ufficiale è l´islam sciita : i cristiani, gli ebrei gli zoroastriani e i musulmani sunniti beneficiano di un certo riconoscimento ma sono strettamente monitorati ; per quanto riguarda i bahaï (dissidenti sciiti) sono violentemente perseguitati. In India i musulmani e i cristiani sono perseguitati perchè percepiti come una minaccia all´identità del paese. Nel Vietnam le religioni non registrate sono perseguitate.

In molti paesi dell´Africa che vietano qualsiasi religione ufficiale in nome della libertà di credenza, gli affrontamenti confessionali si moltiplicano. In alcune regioni dell´America del Sud, sono i cartelli della droga o della guerriglia che combattono il cristianesimo considerato in contrasto con la loro ideologia. Cosí migliaia di cristiani sono sfollati. In Occidente, le discriminazioni dipendono piú da un clima di sospetto generalizzato dopo gli attentati dell´11 di settembre 2001e che gli ultimi attentati non fanno che ampliare. Tutto questo clima di violenza appella piú che mai al nostro impegno nella preghiera.


Preghiamo: Signore Gesú, tu ci dai dei fratelli e delle sorelle con cui condividere la nostra fede e celebrare come chiesa, pur rispettando quelli che non la condividono.

Aiutaci a costruire la pace tra gli Stati ed i popoli affinchè nessuno possa essere perseguitato a causa delle sue convizioni religiose.


A voi tutti che cercate la pace
Gennaio 2016: Pregare per la pace con i nostri fratelli ebrei

Non c´è dubbio : Giuseppe il giusto, Maria la piena di grazia e Gesú nato a Betlemme di Giudea, sono ebrei. Essi appartengono al popolo d´ Israele , popolo eletto a cui fu affidata la Promessa in una Alleanza sigillata con Abramo e costantemente invocata nella storia di Israele. I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili affirma San Paolo nella Lettera ai Romani (Rom 11,29).
I venti secoli di cristianismo  dall´”avvenimento Gesú” furono segnati da molte incomprensioni, d´ignoranza e anche di disprezzo nel rapporto della Chiesa cattolica con il giudaismo. In occasione del 50º anniversario della dichiarazione conciliare Nostra Aetate, la pontificia commissione per i rapporti religiosi con il giudaismo , ha pubblicato lo scorso 10 dicembre un documento di primaria importanza, sottolineando in particolare la lotta contro l´antisemistismo fattore di violenza. Invocando le radici ebraiche  del cristianismo, il documento ricorda che :”le due tradizioni di fede sono chiamate ad esercitare insieme un´incessante vigilanza, pur prestando attenzione alle questioni sociali. In nome dei forti legami di amicizia tra ebrei e cattolici , la Chiesa cattolica si sente in dovere di fare con i suoi amici ebrei tutto quanto in suo potere per contrastare le tendenze antisemitiche.” 
Dal punto di vista teologico, il documento riconosce “una sola storia dell´alleanza di Dio con gli uomini ; quindi Israele è il popolo eletto e amato da Dio, il popolo dell´alleanza mai abrogata ne revocata.”  “La fede degli ebrei attestata nella Bibbia non è per i cristiani un´altra religione ma il fondamento della loro propria fede.” La consequenza di queste affirmazioni  era già stata sottolineata da Giovanni Paolo II nel 1980 : “La prima dimensione del dialogo (tra ebrei e cattolici), cioè l´incontro tra il popolo di Dio dell´Antico Testamento, mai revocato da Dio, e quello del Nuovo Tesramento, è nello stesso tempo un dialogo interno alla nostra Chiesa, per cosí dire tra la prima e la seconda parte della Bibbia”.                                                    Il rabbino David Rosen ha qualificato le posizioni espresse in questo nuovo documento di “cambiamento revoluzionario nell´approccio cattolico nei confronti degli ebrei  e del giudaismo.” La sua attuazione molto concreta è che “i cristiani possono imparare molto dalla esegesi ebraica praticata da 2000 anni”
Dal punto di vista etico, il documento mostra “l´impegno per la giustizia e la pace nel mondo, la preservazione della creazione e la riconciliazione ; la pace in Terra Santa –che è carente e per laquale preghiamo costantemente- svolge un ruolo di primo piano nel dialogo tra ebrei e cristiani.” Anche in questo caso, il testo del 2015 ricorda le parole di Giovanni Paolo II, nel 1980 a Mayance : “ebrei e cristiani, gli uni e gli altri figli di Abramo, sono chiamati ad essere una benedizione per il mondo, nella misura in cui si impegnano insieme per la pace e la giustizia di tutti gli uomini, e dove lo fanno in pienezza e in profondità, come Dio stesso l´ha pensato per noi, e con la disponibilità al sacrificio che questo nobile progetto puo´esigere.”
Preghiera di San Paolo quando fa memoria del suo popolo (Rom 11,33-36)
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio !      Quanto sono impensabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie !     Chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore ?                      Poichè da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose.                         A lui la gloria nei secoli !                              A M E N 

Per farvi i nostri migliori auguri per il nuovo anno, il gruppo della redazione riprende quelli di Papa Francesco nel suo messaggio per il 1° gennaio 2016, giornata mondiale di preghiera per la pace :
Affido queste riflessioni, come pure i miei migliori auguri per l´anno nuovo,  all´intercessione di Maria Santissima, Madre attenta alle necessità      dell´umanità, affinchè ottenga dal suo Figlio Gesú, Principe della Pace, di esaudire le nostre suppliche e di benedire il nostro impegno quotidiano       per un mondo fraterno e solidale.
Pape François     




DICEMBRE 2015 : PREGARE PER LA TERRA


Dopo gli eventi che hanno colpito la Francia il mese scorso l’ interpellanza risuona con piu’ forza :come fare avvenire la pace tra i popoli ! Poco prima di Tutti i Santi, si é riunita a Castel Gandolfo, l’ Assemblea di Religions for Peace a cui parteciparano ebrei, cristiani e musulmani.Loro soggetto di riflessione «accogliersi gli uni gli altri : dalla paura alla fiducia ».In un messaggio di benvenuto, il  Cardinale Tauran ricordava che « la vera missione della religione é la pace perché la religione e la pace vanno di pari passo ».Si, come possiamo trasformare la paura in fiducia, la discriminazione in  rispetto , l'inimicizia in amicizia, una cultura dello scarto in  una cultura benevolente ed il confronto in  dialogo ? Ecco le interrogazioni che dobbiamo  portare nella nostra preghiera.

L'evento COP21 « 21esima conferenza dei firmatari della Convention Climat dell’ONU » é di vitale importanza per il nostro futuro comune. Tra le quattro sfide delineate da Giustizia e Pace : sfida pratica, sfida responsabile, sfida solidaria, prestiamo attenzione alla quarta sfida che é spirituale e ci impegna nella preghiera. « La quarta sfida é dell’ordine spirituale e morale poiché la crisi climatica  dipende da  tale provocazione.  Non eritiamo la terra dai nostri avi ma la riceviamo in prestito dai nostri figli  dice un proverbio  africano citato  nel 1939 da Antoine de Saint Exupery in Terre des Hommes.  La voce delle autoritá religiose é considerata in questo senso come alleata  importante nella prospettiva  di una riuscita del vertice climatico. Non é anodino in Francia, paese di rivendicata laicitá , di preparare un  evento internazionale con il contributo delle voci delle religioni e delle spiritualitá. In quanto queste voci portano il senso di un bene comune per l’ umanitá. » (La Lettre de Justice et Paix, n° 206, octobre 2015 / http://www.justice-paix.cef.fr)

Il Il successo o il fallimento di COP21 avrá un impatto diretto sull’ avvento o il regresso della pace tra i popoli, pensiamo particolarmente allo squilibrio demografico  causato dalle migrazioni climatiche. E’ significativo, in questo senso, che sia stato lanciato a Roma lo scorso 26 ottobre, un appello firmato dai Cardinali, dai Patriarchi,  dai Vescovi del mondo intero rappresentando i cinque continenti.In continuitá dell’ Enciclica  Laudato Si' questi pastori reaffirmano che il clima é un bene comune di tutta l’umanitá, che l’ ambiente é un bene pubblico sotto la responsabilitá di tutti. I poveri, prime vittime del cambiamento climatico, devono essere associati allo sviluppo sostenibile. L’appello di Roma si declina in dieci richiami specifici che potete trovare seguendo ilink: HYPERLINK "http://zenit.org/fr/articles/cop"http://zenit.org/fr/articles/cop21-appel-inedit Paolo VI dichiarava nel 1967 : « lo sviluppo é il nuovo nome della pace. » 
Preghiamo affinché cresca la nostra coscienza ecologica, essa condurrá alla pace. 

Preghiera per la terra che conclude l’appello di Roma : 
Dio di amore, insegnaci a prendere cura della nostra casa comune.
Ispira i nostri capi di governo nel momento della loro riunione affinché :
ascoltino il grido della terra e il grido dei poveri
siano uniti di cuore e di spirito rispondendo coraggiosamente

cercando il bene comune e la protezione di questo giardino che Tu hai creato per noi, per i nostri fratelli e sorelle e per le generazioni future. A M E N




SETTEMBRE 2015 : PARTENARIATI PER LA PACE, LA DIGNITÁ PER TUTTI

Pace a tutti coloro che cercano la pace:

 Dal 1981, l´ONU ha proposto  la celebrazione annuale  di una giornata internazionale della pace. Nel 2001, l´Assemblea generale di tale istituzione, ha stabilito il 21 settembre come data di questa giornata annuale di non violenza e di cessate il fuoco. Vi invito a sostenere  questa inziativa con la nostra preghiera, in modo che la Giornata Mondiale della Pace 2015 sia commemorata con dignità da tutti i popoli e nazioni ¡
Si celebra quest´anno il settantesimo aniversario dell´Organizzazione  delle Nazioni Unite, mediante l´adozione di un nuovo programma mondiale di sviluppo sostenibile e di un´ azione comune par affrontare i cambiamenti climatici. Per questo motivo, il tema scelto per quest´anno è : “Partenariati per la pace - Dignità per tutti”. Vogliamo mostrare, cosí, l´importanza di un lavoro comune per la pace, assunto da tutti i settori della società  : i governi, la società civile, il settore privato, i gruppi religiosi e di altre organizzazioni non governative. Senza questa cooperazione reciproca, la pace resterebbe un ideale irraggiungibile ¡ Non riusciremo a deporre le armi  ed avanzare, senza questa collaborazione ¡ Ció richiederà  innanzittutto il rinnovamento della nostra  comprensione di pace, del tutto individualistica  e soggettiva. Nell´antica Grecia , la dea della pace era anche il guardiano ed il protettore delle città greche. Ma nel corso dei secoli  si è persa la dimensione política della pace. La filosofía stoica della pace ha prevalso nella nostra cultura imponendo una comprensione della pace notevolmente ridotta alla tranquillità e alla serenità dell´anima. Alcune espressioni del nostro vocabolario quotidiano, per esempio, la frase “lasciatemi in pace”, mostrano chiaramente la comprensione individualistica e solipsistica della pace. Dobbiamo recuperare il senso intersoggettivo originario del concetto di pace : etimológicamente la parola latina “pax” deriva da “pangere”, che significa stabilire un patto e arrivare ad un accordo. La pace cessa di essere un attributo  -“Io ho la pace” o “Io sono in pace” per descrivere una relazione tra persone. La pace non è una costruzione isolata ma l´opera di un collettivo  e di una comunità  : essa non è la sola responsabilità dei governi  o dell´ONU, ma il lavoro e l´”opera delle nostre mani”!  
Affinchè questa proposta delle Nazioni Unite sia favorevolmente accolta da tutti i paesi e da tutti i popoli, che le ostilità cessino, e che siano attuate misure educative e di sensibilizzazione del pubblico  ai problemi connessi alla pace , preghiamo il Signore con le stesse parole della Costituzione dell´UNESCO.  
Signore, Dio della Pace, tu ci hai inspirato a capire che “Poichè le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle loro menti che le difese della pace devono essere costruite”. Tu ci hai fatto capire che solo la pace “fondata sulla solidarietà intellettuale e morale dell´umanità sarà capace di assicurare “ l´unanime, duraturo sostegno dei popoli del mondo.Facci la grazia di celebrare questa Giornata Internazionale della Pace 2015, con intensità e profondità in modo che i popoli del mondo riaffermino la loro volontà di vivere in armonia all´interno della famiglia umana. Facci scoprire  la grazia e la responsabilità di vivere come “parteners della pace” per consentire l´avvento di un mondo che garantisca la prosperità e la dignità di tutti. Cosí, l´opera delle tue mani, rinnovata dal tuo Spirito, celebrerà la lode del tuo nome ! AMEN !
Con tutta la mia amicizia
Fr. Irénée Rezende Guimarães
Monaco benedettino dell´Abbaye Notre-Dame , Tournay, France
Tournay, le 20 août 2015.

     



GENNAIO 2015 : IL NOSTRO  DENARO FINANZIA  LA 

GUERRA O LA PACE ?



A voi tutti che cercate la pace

PACE !




Vi invito, all´inizio di questo nuovo anno , a riflettere e a pregare sulla dimensione economica della pace, ponendoci una domanda molto seria  : il nostro denaro  finazia la guerra o sostiene la pace  ?

Le spese militari  nel  2013 sono state stimate dallo  SIPRI  (Stockholom International Peace Research Institute), approssimativamente 1747 milliardi di dollari ; che rappresenta il 2,4% delo PIL, pari a 248 dollari per ogni abitante del pianeta. Lo stesso istituto ha additato le dieci piú importanti compagnie di produzione  nel 2012 : Lockeed Martin (US$ 36 millioni), Boeing (US$ 27,61 millioni), BAE Systems UK (US$ 26,85 millioni), Raytheon (US$ 22,50 millioni), General  Dynamics (US$ 20,94 millioni), Northrop Grummor (US$ 19,4 millioni),EADS Trans-Europe (US$ 15,4 millioni), United Technologies (US$ 13,46 millioni), Finmeccanica-Italy  (US$ 12,53 millioni), L3 communications (US$ 10,84 millioni). Di fronte a questa realtà, la domanda che non possiamo eludere, è da chi queste compagnie sono appoggiate. Chi sono gli investitori ?

C´è un consenso che comincia ad  imporsi nelle banque e nei fondi d´investimento del mondo intero, di escludere totalmente dalle loro operazioni finanziarie le imprese che hanno rapporti con le industrie delle armi. Troviamo questo impegno etico nella banca neerlandese ASN Bank, nella banca italiana Banca Etica o la compagnia di assicurazione elvetica Folksam, che si proibisce ogni investimento e finanziamento in società implicate nella fabbrica, la distribuzione, o il commercio di armi.

Anche se si tratta di un piccolo numero d´istituzioni, questo desinvestimento puó avere un impatto significativo  sull´orientazione strategica di una società. Le firme che continuano ad investire nell´armamento, cominciano a prendere coscienza che saranno considerate loro stesse come illegittime, o come un brutto oggetto d´investimento. ("http://www.bastamag.net/L-industrie-des" http://www.bastamag.net/L-industrie-des armes-nucléaires : "http://www.paxforpeace.nl/home" http://www.paxforpeace.nl/home).

Il medesimo orientamento si riscontra nello sviluppe dell´equo commercio : la gente vuole essere sicura che le merci che compra non siano il guadagno dello sfruttamento della miseria umana e che il denaro possa contribuire allo sviluppo umano piuttosto che all´arrichimento di quelli che possiedono già troppo.

Affinchè possa crescere nella coscienza dell´umanità questa dimensione etica dell´economia, preghiamo il Signore :

Signore, Dio di Pace, i tuoi Profeti hanno annunciato che un giorno le spade saranno trasformate in vomeri e le lance in spade (Is 2,4), noi ti supplichiamo di non ritardare il compimento di queste parole. Che il senso dell´etica guidi le persone nell´utilizzazione del loro denaro e che le industrie della guerra non trovino piú appoggio finanziario. Così la terra intera, l´opera delle tue mani, vivrà nella pace che tu ci auguri.  AMEN

Buon Anno !

Fratello Iréné Rezende Guimarães
Monaco Benedettino dell´Abbaye de Tournay -France



DICEMBRE 2014 : NON PIU SCHIAVI MA FRATELLI

A voi tutti che cercate la pace :

Pace !

“Non più schiavi, ma fratelli”. E il tema scelto da Papa Francesco per la 48ma giornata Mondiale della Pace che avrà luogo il 1° gennaio 2015, in continuazione di una tradizione inaugurata dal Beato Papa Paolo Vl nel 1968.

Il Papa Francesco si è ispirato alla lettera che San Paolo ha scritto al suo amico Filemone,chiedendogli di ricevere Onesimo, uno schiavo fuggitivo diventato cristiano attraverso il ministero dell’apostolo. “Non già come schiavo, ma più che schiavo fratello a me carissimo”(Fil 16). Evocando il versetto biblico, il Papa vorrebbe che considerassimo la schiavitù non come un fatto appartenente al passato ma come una piaga sociale molto presente ai nostri giorni. Nel suo messaggio il Papa insiste sul fatto che la nostra filiazione divina rende tutti gli esseri umani fratelli e sorelle con uguale dignità Ora, la schiavitù incute un colpo mortale a questa fraternità universale e, conseguentemente alla pace. Difatti, affinché ci sia la pace, è necessario che l’ essere umano riconosca nell’ altro un fratello che ha uguale dignità. La schiavitù assume, oggi, nel mondo, varie forme, come il traffico degli esseri umani, la tratta dei migranti e della prostituzione, il lavoro forzato, lo sfruttamento dell’uomo per l’uomo, la mentalità schiavista nei confronti delle donne e dei bambini. E queste piaghe fanno l’oggetto di una vergognosa speculazione da parte d’individui e di gruppi che approfittano degli innumerevoli conflitti in corso, della crisi economica e della corruzione. La schiavitù non è soltanto una terribile piaga aperta nella società contemporanea, ma pure una gravissima ferita nella carne del Cristo. E’ impellente, prima di tutto, riconoscere l’ inviolabile dignità di ogni persona umana ad affermare nello stesso tempo con forza la fraternità -che comporta l’esigenza di superare la disuguaglianza secondo cui un uomo può assoggettare un altro uomo– per promuovere un impegno di vicinanza e di gratuità per un cammino di liberazione e d’inclusione di tutti gli esseri umani senza nessuna discriminazione ; ciò che richiede l’impegno del mondo dell’informazione, dell’educazione e della cultura per una società rinnovata e fondata sulla libertà, la giustizia e la pace.

Affinché questo messaggio del Papa sia accolto da tutti gli uomini e donne di buona volontà, da tutti i governi e da tutte le chiese e religioni, preghiamo :

Signore, Dio di pace, tuo figlio Gesù Cristo è venuto per annunciare che siamo tutti figli e figlie di uno stesso Padre, e per questo, fratelli e sorelle gli uni degli altri. La schiavitù di una persona per una altra persona ferisce profondamente questa fraternità universale. Così, noi ti supplichiamo di darci la forza morale per denunciare e sopprimere tutte le forme di schiavitù esistenti tra noi. Di modo che, renderemo operante la verità del Vangelo annunciato da San Paolo “Non esiste schiavo né libero, (…)tutti voi siete una sola persona in Cristo Gesù !”(Gal 3,28). Amen.

Con tutta la mia amicizia,

Fr. Irènèe Rezende Guimaraes

Monaco benedettino dell’Abbaye Notre Dame,Tournay,France




NOVEMBRE 2014 : PER LA PACE DEL POPOLO UCRAINO

A voi tutti che cercate la pace
Pace !


Ukrainian girl.Vi invito a pregare per il popolo dell´Ucraina che vive dal 2013 una crisi nei rapporti con la Russia, conosciuta prima sotto il nome di “Primavera Russa” e con la sua evoluzione, come la “guerra del Dombass”. Tutto cominció con gli eventi  contrari alla posizione del Presidente dell´Ucraina  Viktor Yanukovytch, noto per la sua opposizione all´integrazione dell´Ucraina  alla Comunità Europea. I manifestanti  hanno riuscito la nomina  di un nuovo presidente ad interim, il 23 febbraio 2014, Signor Oleksandr Toutchynov. Tuttavia il paese è rimasto fortemente diviso  tra l´ovest europeista, che prese il potere ed il   sud-est,  filo-russo.  Brigate di autodifesa, proteste pro Russia hanno luogo nelle regioni di lingua russa del paese.  Con l´adesione della Crimea alla Russia, il 16 marzo 2014, i manifestanti filo-russi proclamarono la “Republica Popolare de Donetsk”. Forze militari e volontari russi esplicano un ruolo importante nell´organizzazione di questa insurrezione e nella presa delle varie residenze federali. A mó di reazione, il Goverrno  ucraino organizzó un´ operazione  contro i separatisti filo-russi. Il 17 aprile 2014, a Ginevra, la Russia, l´Ucraina, gli Stati Uniti  e l´Unione Europea si mettono d´accordo sul fatto che le formazioni militari illegali in Ucraina devono essere dissolte, e che tutti gli occupanti degli edifici amministrativi devono deporre le armi e lasciarli. L´accordo aggiunge la possibilità d´una amnistia per tutti i manifestanti anti governativi. Il 17 luglio, l´Ucraina accusa la forza  aerea russa di aver abattuto un aereo ucraino e un Boeing 777 della Compagnia Malaysia Airlines con 298 persone a bordo. I rappresentanti della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lougansk e il governo di Kiev firmano il 5 di settembre del 2014, a Minsk, un protocollo di accordo per un cessare-il-fuoco.
Secondo l´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, fra gennaio 2014 e l´inizio di agosto 2014, circa 168 000 persone si  sono rifugiate in Russia e circa 117 000 sono state trasferite, di cui 102 600 di Lougansk  e Donetsk, e 150200 di Crimea. Secondo l´ONU, il numero di vittime del conflitto ha quasi raddoppiato in due settimane, passando di 1129  morti  al 26 luglio a 2 086 al 10 agosto. In media, piú di 60 persone sono state uccise o ferite ogni giorno.
Si annoverano circa 5 000 feriti, di cui dei soldati ucraini, dei membri dei gruppi armati e dei civili. Numerosi giornalisti  sono stati uccisi durante il conflitto.
Per tutto il popolo dell´ Ucraina , minacciato per una situazione di tensiones e di conflitto che non si pacifica, generando tanta sofferenza nella popolazione civile, preghiamo il Signore :
Signore, Dio di Pace, tuo figlio Gesú-Cristo è venuto per riunire tutti gli uomini e tutte le donne in un solo gregge. Noi ti preghiamo per il popolo ucraino, che vive una situazione di guerra civile e di crollo dell´unità nazionale. Volgi il tuo sguardo di tenerezza e di compassione su questo popolo : che il dialogo possa sostituire le armi. E cosí, sorpassando i suoi diverbi,  questo paese possa vivere nella pace e nella prosperità. Amen.
Con tutta la mia amicizia                 
Fr. Irénée Rezende Guimarães

Monaco Benedettino dell´Abbaye Notre-Dame, Tournay, France


OTTOBRE 2014 :  PER LA PACE PER L´IRAQ



A voi tutti che cercate la pace

Pace !



    

Ancora una volta, l´Iraq attira l´attenzione  dell´opinione puibblica  internazionale per la sua instabilità politica. Vi invito a pregare per la pace in questo paese millenario culla della civiltà, che ora vive une situazione drammatica.

     La stabilizzazione politica del paese e il rovesciamento del suo dittatore, Saddam Hussein,ha costituito il motivo principale per l´”Operazione di Liberazione dell´Iraq”,l´intervento militare degli Stati Uniti  e dei loro alleati, il 20 marzo 2003. Otto anni  e nove mesi dopo, il 21 dicembre 2011, gli Stati Uniti hanno lasciato il paese. La guerra ha lasciato circa 250.000 iracheni  morti, quasi  5.000 soldati  morti  e piú diu 36.000 soldati feriti. La mancanza di una potenza militare espressiva, ha lasciò lo spazio per l´azione di gruppi d´insorti sunniti, prevalentemente lo Stato Islamico d´Iraq,  che continuano i loro attacchi contro  il governo centrale e la popolazione chite. Nel 2012, un “ Esercito Iracheno Libero” fu fondato, sul modello dell´esercito siriano combattendo il regime di Bacher el-Assad, in  Siria. Si è già stimato a piú di 15.000 morti le vittime  di questa guerra civile e a piú di 250.000 il numero di persone costrette a muoversi, a causa della persecuzione religiosa, in particolare cristiani e Yézidi.  

     Di fronte alle innumerevoli e terribili violazioni dei diritti dell´uomo  si fa appello alle Nazioni Unite per assicurare l´invio immediato di unità  militari speciali provenienti dal maggior numero possibile di paesi, unità che avranno le capacità necessarie per fermare la pulizia etnica e settaria attuale, garantire il ritorno sicuro  dei rifugiati alle loro case e consegnare i responsabili alla giustizia. Si deve pure agire per porre fine all´approvvigionamento in   armi dei responsabili  e punire coloro che continuano a rifornirli. Una risposta immediata sarà in grado di scongiurare la crisi umanitaria, e questo prima che prenda delle proporzioni incontrollabili. Ció che richiede anche misure di salvaguardia  per i membri delle minoranze perseguitate  e, ai sensi del diritto umanitario internazionale, al fine di garantire il loro diritto immediato di asilo. Questo insieme di iniziative permetterà di stabilire immediatamente   condizioni per il dialogo  e i trattati di pace che includono tutti i componenti della società.

     Per una presa di posizione chiara e coraggiosa di tutta la comunità internazionale, preghiamo il Signore.

     Signore, nostro Dio, Dio dei vivi e non dei morti, guarda con compassione il paese ove nacque il patriarca Abramo , l´Iraq. Adempi per questo popolo le tue promesse di pace  ! Che cessino le violazioni dei diritti dell´uomo ! Che si possa costituire  un paese democratico e tolerante, affinchè cristiani, musulmani e credenti di tutte le professioni di fede possano vivere insieme, costruendo une cultura della convivialità e una civilizzazione di cui siano fieri ! Che nessuna religione giustifichi le violenze e che tutte le religioni possano lavorare insieme a  favore della dignità umana ! Amen

     Con tuitta la mia amicizia

Fr. Irénée Rezende Guimarães

Monaco Benedettino dell´Abbaye Notre- Dame, Tournay, France

Tournay, le 14 août 2014.




SETTEMBRE 2014 : IL DIRITTO DEI POPOLI ALLA  PACE
                                               
A voi tutti che cercate la pace
Pace !

Ho il diritto alla pace
Dal 1981,  l´ONU ha dedicato  il 21 settembre alla celebrazione della  Giornata Internazionale per la Pace, per rafforzare gli ideali di pace, sia all´interno delle nazioni e dei popoli, come pure fra i popoli stessi.Il tema scelto per quest´anno est “Il diritto dei popoli alla pace”, per celebrare il trentesimo anniversario della  “Dichiarazione sul Diritto dei Popoli alla Pace”. Vi esorto a sostenere con la nostra preghiera, questa iniziativa delle Nazioni Unite.
Questa dichiarazione, approvata l´11 novembre 1984, per la risoluzione 39/11 dell´Assemblea Generale dell´ONU, fondata sui principi fondamentali del diritto internazionale, esprime il desiderio e la volontà di tutti i popoli di eliminare la guerra dalla vita dell´umanità  et, soprattutto, di evitare una catastrofe nucleare mondiale. L´assenza di guerra è una condizione di fondamentale importanza per il benessere e la prosperità materiale, e per il progresso degli Stati. Nella nostra  epoca nucleare , l´instaurazione di una pace duratura sulla Terra è una condizione essenziale per la conservazione della civiltà umana e la sopravvivenza dell´umanità. Per garantire  a tutti i popoli una vita pacifica, questo importante documento :
-“proclama solennemente che i popoli del nostro Pianeta hanno un diritto sacro alla pace ;
- dichiara solennemente che preservare il diritto dei popoli alla pace e promuovere la realizzazion di questo diritto costituiscono  un obbligo fondamentale di ogni Stato ;
- sottolinea che per garantire l´esercizio del diritto dei popoli alla pace, è essenziale che la politica degli Stati tenda verso l´eliminazione  delle minacce di guerra, soprattutto di guerra nucleare, in modo particolare alla rinuncia dell´uso della forza nelle relazioni internazionali e, alla soluzione pacifica delle controversie internazionali  sulla base della Carta delle Nazioni Unite ;  
- invita tutti gli Stati e tutte le organizzazioni internazionali affinchè contribuiscano con tutti i mezzi  alfine di  garantire l´esercizio del diritto dei popoli alla pace, adottando  misure adeguate a livello nazionale ed internazionale”.
Perchè questo diritto sia assicurato ed il 21 settembre profondamente vissuto, preghiamo il Signore ispirati dalle parole del Secretario Generale dell´ONU,  Ban Ki-moon :
Signore Dio, Creatore e Salvatore, per il Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, hai preparato per tutta l´umanità un avvenire di pace. In occasione della celebrazione della Giornata Internaziolnale della Pace, noi ti supplichiamo  : che tutta l´umanità difenda il diritto alla pace e che i combattenti depongano le loro armi. Guidati dal tuo Spirito, possiamo esprimere la nostra solidarietà con i civili a cui il terrorismo e la guerra hanno costato la vita, con le famiglie traumatizzate che non hanno piú ne casa ne avvenire e con i paesi di cui il livello di  sviluppo indietreggió di vari decenni. Che tutti coloro che amano la pace  possano lavorare, con i loro amici, i loro vicini, il loro governo e le organizzazioni locali, a promuovere l´esercizio del diritto dei popoli alla pace. Allora, tutti i  tuoi figli e figlie faranno quello che è gradevole ai tuoi occhi e l´opera delle tue mani canterà la tua lode per sempre ! Amen. 
            Con tutta la mia amicizia
Fratello Irénée Rezende Guimarães
Monaco Benedettino dell´Abbaye Notre- Dame, Tournay, France

Tournay, le 14 août 2014.


AGOSTO 2014 : LA PACE E LA RIUNIFICAZIONE DELLA PENISOLA COREANA 


A voi tutti che cercate la pace
Pace !

Vi invito ad accompagnare con la nostra preghiera il viaggio di Papa Francesco in Repubblica di Corea, dal 13 al 18 agosto. Il Papa Francesco continua il suo pellegrinaggio verso le regioni in conflitto per testimoniare il Vangelo della Pace.
La divisione della penisola coreana avvenne, alla fine della guerra di Corea, nel 1953, con la creazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea, al nord, e della Repubblica di Corea, al sud. Il 4 luglio 1972, le due parti hanno dichiarato il loro desiderio d´una riunificazione pacifica, senza interferenza straniera. Alla fine della guerra fredda, nel 1991, le due Coree hanno fatto ambedue la loro entrata nelle Nazioni Unite, firmando accordi di riconciliazione, di non-agressione, di scambi e di cooperazione.
L´interesse dell´unificazione di questa regione tocca pure la coscienza cristiana. Il Consiglio Mondiale delle Chiese, organismo che riunisce piú di 300 chiese cristiane, ha celebrato, a Busan, Repubblica di Corea, nel 2013 , la sua decima assemblea generale, avendo come tema “Dio della Vita, conducici verso la giustizia e la pace !”, ed ha approvato una dichiarazione intitolata : “La pace e la riunificazione della penisola coreana”. In questo importante documento, troviamo delle piste d´ azione, come ad esempio :
- incoraggiare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a prendere delle iniziative in vista dell´edificazione della pace e a togliere le sanzioni imposte alla Corea del Nord ;
- lanciare una campagna universale in vista di un trattato di pace che sostituirà l´Accordo di armistizio del 1953, mettendo cosí fine allo stato di guerra ;
 - chiamare tutte le potenze straniere della regione a mettere fine a tutti gli esercizi militari e a ridurre le spese militari ;
   - prendere cura dell´eliminazione delle armi e delle centrali nucleari, in vista dell´edificazione di una zona denuclearizzata, raggiungendo le iniziative che tendono ad una proibizione mondiale delle armi nucleari ;
   - chiamare i due governi a ristaurare la comunità umana fondata sulla giustizia e la dignità umana, organizzando un processo durevole di libero scambio di lettere e di visite tra le famiglie separate;
   - collaborare con i due governi per proporre una cooperazione internazionale con lo scopo di mantenere una zona realmente demilitarizzata e trasformarla in zona di pace.
Affinchè questi propositi si concretizzino e perchè il viaggio del Papa Francesco produca i frutti attesi, preghiamo il Signore :
Signore nostro Dio, tu hai inviato Gesú Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, per distruggere le barriere di separazione tra i popoli, facendo un solo popolo, quello che ti è gradevole e che pratica la giustizia e la pace. In occasione della visita del Papa Francesco alla Repubblica di Corea, ti supplichiamo per la pace e la riconciliazione in questa penisola : che le due nazioni arrivino ad un´intesa, che le famiglie separate possano incontrarsi e che le spese con le armi siano sostituite da azioni che promuovano la dignità umana. Amen.
Con tutta la mia amicizia
Fr. Irénée Rezende Guimarães
Monaco benedettino dell´Abbaye Notre Dame, Tournay, France

Tournay, le 22 juillet 2014

MAGGIO 2014 : LA PACE PER LA REPUBBLICA CENTRO AFRICANA



A voi tutti che cercate la pace :
Pace!

Vi invito, questo mese, a pregare per la pace in Centro Africa. Dal 2003, questo paese vive un conflitto tra due fazioni : quella che sostiene l´ex presidente, François Bozizé, conosciuta con  il nome di anti-balaka, e quella che appoggia l´antico presidente, Michel Djotodia, chiamato Seleka. Questo conflitto politico e militare diventa  pertanto un conflitto intercomunitario, in seguito alle molteplici  estorsioni contro i civili, mussulmani o cristiani  che fuggono dai villaggi per cercare rifugio nella foresta.La complessa, nonchè tragica situazione raggiunge una dimensione internazionale. Infatti  il 5 dicembre 2013 il  Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mediante la risoluzione 2127, autorizza l’ “estensione della Missione internazionale di sostegno al Centro Africa sotto condotta africana (MISCA) per un periodo di 12 mesi”, con l´oggettivo tassativo di porre fine al “fallimento totale dell´ordine pubblico,  l´assenza dello stato di diritto e le tensioni interconfessionali”.
I vescovi della Repubblica Centro Africana insistono sul fatto che la risoluzione della crisi non avverrà senza la partecipazione dei loro concittadini e  li invitano ad assumersi  la loro parte di responsabilità in questa crisi che ha gettato il paese nel caos e li ha messi  gli uni contro gli altri. Per loro, “i giochi politici e la protezione degli interessi egoisti e particolari hanno svuotato la nostra società dei valori umani e del rispetto della persona creata a somiglianza di Dio (...). Ammazzare diventa un atto banale e anodino”. Piú che una lotta politica, i vescovi centrafricani affirmano che “la vera battaglia è quella per lo sviluppo, del rilancio economico e della lotta contro la povertà , la miseria e l´impunità”. Concretamente i vescovi indicano alcune direzioni, come ad esempio : la rifondazione del dispositivo di sicurezza per ristabilire urgentemente un´armata répubblicana, formata e preparata per garantire la sicurezza del territorio e di tutti i Centrafricani e Centrafricane, la riduzione del periodo di transizione per poter accedere rapidamente al voto; la creazione di una commissione investigativa  internazionale indipendente al fine di far  luce sulle violazione dei diritti umani in Centroafrica ; l´espansione rapida dei caschi blu considerata la complessità dell´operazione sul territorio ; un disarmo senza alcun compromesso da parte degli ex seleka, e degli anti-balaka e di tutte le persone detentrici di armi ; l´organizzazione di un processo di demobilizzazione, disarmo e rimpatrio dei mercenari tchado-sudanesi e di reinserimento  dei combattenti centrafricani ; la promozione del dialogo tra i fedeli di diverse religioni che coabitano in Centrafrica ; la riabilitazione e l´indennizo per  le vittime della ribellione ; la lotta contro il sistema d´esclusione sociale per l´apppartenenza etnica-religiosa e regionale ;risanare e consolidare le relazioni con i paesi vicini, in particolare con il Tchad (http: //justice-paix.cerf.fr/IMG/pdf/Reconstruisons_ensemble_notre_pays_dans_la_paix.pdf).
Affinchè la pace avvenga in questo paese, preghiamo
O Dio di Pace, tuo Figlio Gesú Cristo, mediante la sua morte e la sua Ressurrezione, ha distrutto il muro di odio tra tutti i popoli. Noi ti preghiamo per le nostre sorelle e fratelli del Centrafrica : che possano mettere in opera il disarmo delle mani, del cuore e dello spirito ; che possano recuperare la fiducia, la tolleranza ed il perdono ; che possano,  infine, rinnovare la loro speranza in Te e nell´uomo.che vivano cosí la cultura della verità, della giustizia e della pace che Gesú ci ha portato. Amen.
Con tutta la mia amicizia                                  
Fr. Irénée Rezende Guimarães

Monaco benedettino dell´Abbaye Notre- Dame, Tournay, France


APRILE 2014 : LA PACE E LE FAMIGLIE

A voi tutti che cercate la pace
Pace !

Il Papa Francesco ha convocato per il prossimo mese di ottobre un´Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, per discutere sul tema : “Le sfide pastorali della framiglia nel contesto dell´evangelizzazione”. Il 2 febbraio ha scritto una lettera a tutte le famiglie invitandole a partecipare attivamente alla preparazione di quest´avvenimento, con delle suggestioni e soprattutto delle preghiere.
É per noi un´opportunità  per riflettere e pregare sul  contributo delle famiglie per la pace sulla terra. Il Papa Giovanni Paolo II ha consacrato il messaggio della Giornata Mondiale della Pace 1994 su questo tema : “Dalla famiglia nasce la pace della famiglia umana”.In un attimo, Giovanni Paolo II riflette sulla famiglia come comunità di vita e di amore : “Le virtú familiali, edificate sul profondo rispetto della vita e della dignità dell´essere umano, e traducendosi con la comprensione, la pazienza, gli incoraggiamentri ed il perdono mutui, danno alla comunità della famiglia la possibilità di vivere l´[ esperienza prima e essenziale della pace” (n°2). Tuttavia constata che sovente la famiglia è una vittima dell´assenza di pace e che “contrariamente alla sua vocazione prima di pace, la famiglia si rivela sfortunatamente (purtroppo), in molti casi, essere un luogo di tensioni e di violenze, oppure la vittima disarmata (indifesa) dsi numerose forme di violenza che caratterizzano l´attuale società” (n°3-4). La nostra propria esperienza ci mostra quanti focolari sono lacerati dalle querelle e dai conflitti, sia tra genitori e figli, sia tra fratelli, la maggior parte per motivi meschini. Nonostante tutti questi limiti, possiamo considerare la famiglia come un protagonista della pace : “Affinchè le condizioni della pace siano durevoli, è necessaria l´esistenza di istituzioni che esprimino e affermino i valori della pace. L´istituzione che corrisponde nella maniera la  piú immediata alla natura dell´essere umano è lafamiglia. Solo lei può assicurare la continuità e l´avvenire della società. La famiglia è dunque chiamata a diventare protagonista attivo della pace, grazie ai valori che esprime e che trasmette in seno al focolare e grazie alla partecipazione di ciscuno dei suoi membri alla vita della società” (n°5). Per giungere a questa missione, bisogna soprattutto vincere la sfida della povbertà : “l´indigenza è sempre una minaccia per la stabilità sociale, per lo sviluppo economico e quindi, finalmente per la pace. La pace resterà in pericolo in quanto le persone e le famiglie si verranno costrette a luttare per la loro sopravvivenza’ (n° 5). Finalmente, Giopvanni Paolo II intende la missione della famiglia come un servizio di, per la pace. Cosí raccomanda e suggerisce a ogni famiglia : “Ricerca questa pace, prega per questa pace, lavora per questa pace ! (n°6). I genitori sono chiamati ad essere educatori della pace ; i figli a prepararsi per l´avvenire, aspirando al bene e coltivando pensieri di poace ; i nonni a comunicare la loro esperienza e la loro testimonianza per riallacciare il passato e l´avvenire in un presente di pace. Per coloro che non hanno una famiglia, la Chiesa è incaricata di compiere questa responsabilità essendo la grande casa dei figli di Dio (n°6).
Affinchè le famiglie del mondo intero possano vivevere questa vocazione di artigiani della pace, preghiamo il Signore :
O Dio, Padre di tutta l´umanità, tu desideri che tutti gli uomini e tutte le donne possano vivere come fratelli e sorelle sulla terra. Benedici ogni famiglia umana e dà loro la grazia di vivere in pace  e di essere fonte di pace per il mondo. Amen.
Con tutta la mia amicizia,
         Dom Irineu Rezende Guimarães
                              monaco benedettini de l´Abbaye Notre-Dame, Tournay,France 


MARçO 2014 : LA PACE E LA PARTECIPAZIONE DELLA DONNA

A voi tutti che cercate la pace :
Pace !

L´ONU ha proclamato l´8 marzo come “la Giornata  Internazionale della Donna”, per sollevare una particolare attenzione riguardante il ruolo delle donne nella società di oggi. In questa ricorrenza vi invito a riflettere e a pregare per l´operato e il  contributo delle donne per la pace nel  mondo. Sono spesso vittime delle guerre e dei conflitti, ma sono soprattutto edificatrici importanti della pace
Se innumerevoli dibattiti e dialoghi per la pace non raggiungono il loro fine, è perchè non si riserva uno spazio sufficiente alle donne. Il medico palestinese Izzeldin  Abuelaish, che perse tre figlie in un bonbardamento a Gaza e che ha fondato “Figlie per la vita”, afferma : “Dobbiamo accettare l´idea che le donne possano contribuire notevolmente nei cambiamenti che s´impongono.(...). Quando i valori femminili saranno meglio considerati a tutti i livelli della società , i valori di queste ultime cambieranno, e la vita sarà piú facile”.
Per garantire questa partecipazione delle donne nelle negoziazioni di pace, Il Consiglio di Sicurezza dell´ONU, nella sua 4213sima seduta, il 31 ottobbre  del 2000, ha approvato la Risoluzione 1325. Questo documento propone che l´ONU e i suoi Stati-Membri possano avviare delle iniziative per dare alle donne uno spazio importante nella prervenzione dei conflitti, le negoziazioni di pace, come pure la ricostruzione delle società lacerate dalle guerre. Trè parole possono riassumere questa risoluzione : prevenzione, protezione e partecipazione.
La Risoluzione insiste perchè le nazioni facciano degli sforzi affinchè le donne siano meglio rappresentate a tutti i livelli delle prese di decisioni –nazionale, regionale o internazionale- per la prevenzione, la gestione e o regolamento delle contese. Che siano maggiormente presenti  in qualità di osservatore militare, di membro della polizia civile, di specialista dei diritti umani e di membri di operazioni umanitarie. Il documento propone pure un´attitudine paritaria tra i sessi all´atto della  negoziazione  e della realizzazione di accordi di pace. Esige  ugualmente che tutte le parti di un conflitto armato rispettino pienamente le norme del diritto internazionale riguardo alle donne e alle minori, proteggendole contro ogni atto di violenza, in modo particolare lo stupro e altre forme di abuso sessuale. Questo documento include la prospettiva di genero nel processo di pace :  ripensare la relazione uomo e donna in una prospettiva di partenariato per la pace, ció esige una reinterpretazione  dell´identità maschile, meno violenta e piú riconciliante.  
Affinchè queste risoluzioni siano messe in pratica da tutti i paesi del mondo, preghiamo il Signore.
O Dio di pace, tu hai creato l´uomo e la donna a tua immagine e semeglianza, affinchè siano uno. Benedici tutte le iniziative di collaborazione tra uomini e donne per la pace del mondo. Ispira tutte le donne che si consacrano alla riconciliazione e alla risoluzione dei conflitti Illumina tutti i responsabili delle nazioni perchè possano dare alle donne piú spazio nelle negoziazioni e i processi di pace. E, tutta la terra riconciliata, come una grande famiglia, benedirà il tuo nome per sempre. Amen
Con tutta la mia amicizia,
                                                           Fr. Irénée Rezende Guimarães
                             Monaco benedettino dell´Abbaye Notre -Dame,Tournay, France

                                                                                                     Tournay,il 25 febbraio 2014 


FEBBRAIO 2014 : PACE E MIGRANTI


A voi tutti che cercate la pace :
Pace !


embarcation réfugiés migrants turquie morts enfants mer rocher bateau pêcheur  Il 19 gennaio  2014,  è stata celebrata la centesima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, nell´intento di sensibilizzare e spronare la coscienza Cristiana e umanitaria ad un´attitudine nei confronti di questi uomini e donne costretti a lasciare le loro terre, alla ricerca di uma vita piú dignitosa. E, nonostante tutta questa mobilizzazione , il dramma di questa gente non sembra volgere al termine. 
    Il maggior símbolo di questa tragedia è uma piccola isola italiana –l´isola di Lampedusa- com uma superfície di 20,2 km² e circa cinquemila abitanti. A mezza strada tra l´Europa e l`Africa, l´isola è diventata una porta d´entrata per tutti coloro che desiderano raggiungere l´Europa di maneira irrégolare. Decine di migliaia di senza documenti vi sono arrivati mediante barconi, qualificati di “barconi della speranza”, pagando molto caro. Senza sicurezza, i migranti sono ammucchiati come sardine in una scatola. Si presume, che piú di 20 mila persone abbiano perso la propria vita  facendo la traversata. Il caso piú recente è quello del 3 ottobbre 2013, quando un barcone trasportando 500 migranti, prese fuoco e si sfasció, lasciando 350 morti.
   La questione non è semplice : bisogna accogliere in Europa tutti questi migranti? Si devono espellere ? Dobbiamo lasciarli perire ? Nel 2007, due capitani di imbarcazioni di pesca italiani, sonop stati indagati e perseguiti legalmente per aver voluto soccorrere due “gommoni della speranza”, accusati di collaborare all´entrata illegale di migranti sul territorio. L´8 luglio 2013, Papa Francesco, si è recato personalmente su questa isola per manifestare la sua solidarietà a tutte le vittime, come pure alla comunità di Lampedusa che manifesta con assiduità la sua carità verso i piú sprovveduti. In quell´occasione ci ha fatto presente la nostra responsaboilità umanitaria in questa situazione. “Molti di noi, io compreso, siamo disorientati, non siamo piú attenti al mondo in cui viviamo, noi non curiamo, noi non prendiamo cura di quello che Dio ha creato per tutti e non siamo piú capaci di prendere cura gli uni degli altri. E quando questo disorientamento assume le dimensioni del mondo, si arriva a tragedie come quella a cui abbiamo assistito”. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, pubblicato il 5 agosto 2013, ci ha invitato al “ passaggio d´un atteggiamento di difesa e di paura, d´indifferenza  ou di marginalizzazione – che, finalmente, corrisponde alla cultura del “rifiuto” – a un atteggiamento che abbia come base  la “cultura dell´incontro”, sola capace di costruire un mondo piú giusto e piú fraterno, un mondo migliore”. 
    La pace mondiale dipenderà in grande parte dalla soluzione e dalla risposta che daremo nei confronti dei migranti e dei rifugiati. O la pace  avverrà per tutti, o la pace non avverrà per nessuno : bisogna stabilire un ordine cosmopolita in cui il mondo si trasformi nella casa di tutti e che tutti siano ben accolti ovunque. 
     Con le parole del Papa Francesco a Lampedusa, assumiamo la nostra parte di responsabilità in questa questione vicenda :
     Signore,  ti domandiamo perdono per l´indifferenza verso molti nostri fratelli e sorelle ; Padre, ti domandiamo perdono per quello che che si è abituato e si è chiuso nel suo benessere che porta  all´anestesia del cuore, ti domandiamo perdono per quelli che mediante le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a tali drammi. Perdono, Signore ! Signore, fa che ascoltiamo anche (pure oggi) le tue interrogazioni :“Adamo dove sei ?” “Dov´è il sangue di tuo fratello?”. Amen.
Con tutta la mia amicizia        

fr. Irénée Rezende Guimarães
monaco benedettino dell´Abbaye Notre-Dame, Tournay, France

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